mercredi 10 septembre 2008

difesa costituzione

Vicenza, 1 settembre 2008

Quest’anno la Costituzione della nostra Repubblica “compie” sessant’anni. Alcuni, soprattutto a sinistra, sentono la necessità che essa venga attuata, studiata, almeno conosciuta. I comunisti sono tra questi. Altri, invece, vorrebbero stravolgerla. Dicono che bisognerebbe “adeguarla ai tempi”. Vorrebbero apportare sostanziali modifiche con un obiettivo ben preciso: cancellare dalla nostra Costituzione quei valori di libertà, solidarietà e uguaglianza e quei diritti universali al lavoro, alla casa, alla salute, all’istruzione che ne sono le fondamenta. Consideriamo alcuni fatti. Si grida all’emergenza sicurezza e, invece di applicare le leggi e i principi costituzionali, si tagliano i finanziamenti alle forze dell’ordine e si manda l’esercito nelle città. Invece di perseguire il giusto processo e la certezza della pena la destra propone di sospendere migliaia processi. Sempre per questioni di sicurezza si discriminano e si schedano persone perché “straniere” o appartenenti a una particolare etnia. Si sfruttano i casi delle intercettazioni telefoniche e si propongono leggi e decreti che di fatto limitano la libertà di stampa e le indagini della Magistratura. Non solo, il ministro Alfano propone che l’elezione dei membri del CSM, da parte di magistrati e Capo dello Stato, avvenga scegliendo i nomi in una lista di candidati estratti a sorte. Si approva una legge che concede l’impunità assoluta al Presidente del Consiglio e alle altre tre più alte cariche dello Stato. Si votano norme che tolgono alcuni diritti ai lavoratori precari che hanno subito torti o discriminazioni nel lavoro, di fatto rendendoli cittadini diversi dagli altri. E così via, limando e cancellando i diritti costituzionali, un po’ alla volta, senza rumore, “pacatamente”, senza che nessuno se ne accorga. Si cerca che questa “necessità” di cambiare la Costituzione diventi un’esigenza condivisa dalla maggioranza dei cittadini. Poco importa che questi conoscano i reali obiettivi di questa manovra. Ma una notiziola, nascosta tra tante altre, ci sembra significativa di cosa sta succedendo e ci allarma. Sul Corriere del Veneto del 28 agosto scorso, vengono riportate alcune dichiarazioni di Tommaso Cacciari, nipote del sindaco di Venezia. Ebbene, il Cacciari nipote (definito “giovane di punta dei no-global veneziani”), contesta allo zio la proposta, giusta e lodevole, di dedicare il nuovo ponte di Venezia (attualmente definito “di Calatrava”) alla Costituzione e piazzale Roma a Silvio Trentin, giurista antifascista e partigiano, un vero e proprio padre della patria. Il Cacciari nipote afferma che queste sono “reminiscenze novecentesche” e parla di “prevaricazione centralista di Roma”. Dice che al posto di Trentin sarebbe “meglio un nome che richiami il nostro territorio”. Sulla Costituzione, poi, il Cacciari nipote raggiunge il culmine affermando che “da una parte la Costituzione è carta straccia; dall’altra è una foto falsata della società italiana” e che “la nostra Magna Carta uscì da alchimie politiche”. Il tutto riportato sotto il titoletto “Dalla sinistra”. Vorremmo, per quanto ci riguarda, dire che quanto afferma il Cacciari nipote non rappresenta la sinistra in nulla. Noi comunisti riteniamo che tali affermazioni siano emblematiche del profondo degrado democratico e culturale che sta vivendo il nostro paese. Si legge in esse quella decisione falsamente “moderna” di aggiornare le proprie convinzioni a quella che si crede essere “la volontà della gente”. Sono affermazioni assimilabili a quelle di chi, come la Lega e la destra in genere, vuole delegittimare la carta Costituzionale e sostituire il principio della solidarietà con quelli dell’egoismo e dell’individualismo. Per quanto concerne poi l’idea che la Costituzione sia mero frutto di alchimie politiche, vorremmo ricordare dove e con chi nacque realmente la nostra Costituzione. La Costituzione nacque dagli scioperi operai del 43, dalla Resistenza. La Costituzione venne costruita con la lotta e il sacrificio di tanti giovani e meno giovani che si opposero al fascismo nelle città, nelle campagne, nelle montagne. Noi vogliamo mantenere viva la memoria di cosa è successo nel novecento, di come è nato il fascismo, di come è arrivato al potere. Vogliamo ricordare come sono state costruite le leggi razziali, in maniera strisciante facendo in modo che, una volta imposte, fossero accettate come “cosa normale” dalla maggioranza degli italiani ormai non più cittadini ma sudditi. La memoria è necessaria per evitare il ritorno di quel tragico passato. Per questo vogliamo ricordare che il 6 settembre ricorre l’anniversario della fucilazione di Fiorenzo Mario Costalunga (Argiuna). Argiuna era un giovane maestro, un partigiano comunista che combatté nelle montagne del vicentino contro la dittatura fascista e l’occupazione nazista. Fu incarcerato e torturato. Una volta libero, tornò a combattere in montagna, dove fu catturato e fucilato. Oggi Fiorenzo Costalunga è dimenticato dai più. Noi vogliamo ricordare la sua volontà di far guerra alla guerra “per lottare domani con le armi solari dell’intelligenza e del lavoro”. Una volontà di lotta che non mira ad ottenere qualche beneficio personale ma che ha come obiettivo il raggiungimento di una società di liberi ed uguali. Proprio quella società che è descritta dalla Costituzione. Noi vogliamo ricordare che, se la nostra Costituzione è bella e attuale è perché persone come Argiuna hanno saputo progettare il futuro di noi tutti e non hanno mai chinato la testa combattendo la barbarie e la paura fino alle estreme conseguenze. La nostra Costituzione non può essere modificata, deve solo essere attuata. Questo è un compito per il quale val bene spendere la propria esistenza.

Partito dei Comunisti Italiani – Federazione provinciale di Vicenza – il segr. Giorgio Langella Partito della Rifondazione Comunista – Federazione provinciale di Vicenza – il segr. Ezio Lovato

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